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Acqua

Dagli oceani, dal suolo e dalle piante muove il ciclo idrologico: enormi masse d’acqua, riscaldate dal Sole, evaporano e s’innalzano nell’atmosfera, di nuovo precipitano, in forma solida o liquida, sulla superficie, scorrono sulle terre emerse, s’infiltrano nei suoli e, per varie vie, in gran parte approdano di nuovo agli oceani.

L’infiltrazione dell’acqua nelle profondità del terreno dipende dalla struttura, dalla porosità, dalla permeabilità delle rocce sottostanti. In ragione della presenza di strati permeabili o meno, nel sottosuolo si formano acquiferi, falde idriche, falde freatiche; risorse cui attingono le forme viventi, a partire dalle piante.

Dopo tempi più o meno lunghi, le acque sotterranee riemergono in sorgenti spesso molto lontane dai luoghi di alimentazione: a volte sgorgano quasi del tutto prive di corredo salino; altre volte sono portatrici di composti solubilizzati e asportati dalle rocce lambite nel sottosuolo; altre volte si presentano come acque termali, con temperature anche superiori a 100 °C; a volte, oltre che calde, sono anche ricche di sali (acque termominerali).

Per ogni vivente, l’acqua è necessità primaria per la sopravvivenza; l’uomo, inoltre, la utilizza per cure idropiniche, balneoterapia, cure termali, spesso benefiche per la salute.

Ai fini della nostra alimentazione è importante che le acque siano potabili e cioè che non contengano sostanze tossiche, né carica batterica patogena o quantitativamente elevata (D. Lgs. 31/2001).

 

Proprietà dell’acqua

L’acqua è costituita da idrogeno e ossigeno: ha formula molecolare H2O e massa molecolare (u) di 18,0153 g/mol. È presente in natura allo stato liquido, allo stato solido (ghiaccio) e allo stato aeriforme (vapore d’acqua). L’elevata tensione superficiale, la natura anfotera e la polarità della sua molecola spiegano molte delle proprietà fisiche dell’acqua, fra cui l’elevato punto di fusione (0 °C; 273,15 K), l’elevato punto di ebollizione (100 °C; 373,15 K), l’elevata capacità termica specifica e le proprietà solventi. Il suo comportamento in complesse reazioni chimiche negli organismi viventi ne fanno la molecola alla base dell’origine e della fisiologia di ogni forma di vita del pianeta.

 

nuovo-14L’acqua e l’organismo umano 

L’acqua costituisce circa il 70% del peso corporeo di un uomo adulto; distribuita sia all’interno delle cellule (acqua intracellulare: 50%) che nei fluidi interstiziali (acqua extracellulare: 20%), essa è parte essenziale dell’organismo, regolandone attività

biologiche e metabolismo.

 

 

Tabella 1.1 – Principali funzioni assolte dall’acqua nell’organismo umano

Funzione

Modalità

Plastica

L’acqua è presente nella struttura di tutte le cellule dell’organismo.

Veicolante

Funzione di trasporto ai tessuti per tutte le sostanze assunte; veicola le sostanze da espellere derivate dal metabolismo cellulare (urine).

Secretiva

É il costituente fondamentale di ogni secreto cellulare (saliva, bile, ecc.).

Equilibrio salino

Fondamentale per la diffusione alle cellule dei nutrienti e di altre sostanze.

Equilibrio termico

Mantiene l’equilibrio termico dell’organismo attraverso la termodispersione (sudore, vapor d’acqua, ecc.).

Nell’acqua intracellulare ed extracellulare sono disciolti numerosi elettroliti, necessari a mantenere l’equilibrio fra i due comparti, fatto di scambi incessanti, regolati da leggi fisiche (pressione osmotica, pressione oncotica, ecc.).

 

Tabella 1.2 – Acqua extracellulare: principali caratteristiche e funzioni

Sede

Volume (l)

Elettroliti

Funzioni

Plasma sanguigno

3,5

Na+, Cl, HCO3

Nel plasma sono trasportate tutte le sostanze necessarie al mantenimento delle funzioni vitali dell’organismo (nutrienti, elettroliti, ecc.): per leggi fisiche, queste passano dal plasma alle

cellule, migrando attraverso i fluidi interstiziali.

Tessuti interstiziali

13

Na+, Cl, HCO3

Compartimento-cuscinetto fra le sostanze trasportate nel plasma e i tessuti: attraverso i fluidi interstiziali le sostanze migrano

dal sangue ai tessuti.

Tabella 1.3 – Acqua intracellulare: principali caratteristiche e funzioni 

Sede

Volume (l)

Elettroliti

Funzioni

Cellule tissutali

30

K+, Mg+, HPO4, HCO3, SO4, proteine

Attraverso le membrane cellulari, permeabili selettivamente agli elettroliti, sostanze di derivazione plasmatica, presenti nei fluidi interstiziali, passano all’interno delle cellule tissutali, dove possono essere utilizzate per coprire funzioni vitali.

La Termoregolazione e l’acqua

Fra le tante funzioni dell’acqua, discuteremo brevemente quella legata alla termoregolazione, assai attiva in estate, dati i riflessi che i caratteri del clima hanno sull’organismo umano.

In condizioni basali (a riposo, 28°C di temperatura ambientale) l’uomo mantiene un’attività metabolica essenziale (metabolismo basale) nel corso della quale produce calore per circa 60-90 Kcal/h.

L’attività muscolare può moltiplicare fino a 20 volte la produzione di calore che si ha in condizioni di riposo; normalmente, solo una quota oscillante da 0 a 25% dell’energia consumata nell’arco di una giornata diventa lavoro meccanico esterno; il 75% o più si trasforma in energia termica, in calore.

L’uomo non tollera variazione di temperatura interna superiori a 4°C: risulta vitale per l’organismo mantenere pressoché invariata la temperatura del nucleo corporeo e degli organi che lo rappresentano (cervello, cuore, polmoni, reni ecc.).

Tale obiettivo è realizzato attraverso i meccanismi della termoregolazione capaci di disperdere nell’ambiente il calore, se in eccesso, o di conservarlo, in ambiente freddo.

I centri regolatori della temperatura corporea hanno sede nel cervello; più precisamente nell’ipotalamo.

Gli scambi di energia termica fra uomo e ambiente sono regolati da molteplici fattori: estensione della superficie di contatto fra corpo e ambiente, temperatura e umidità del mezzo ambientale, ventilazione, abbigliamento.

Il calore passa dal corpo all’ambiente per irradiazione, conduzione, convezione, evaporazione, sudorazione.

 

Vie di dispersione del calore

 

  •   Irradiazione: cessione di calore agli oggetti circostanti per irraggiamento.

 

  • Conduzione: dipende dal gradiente termico cute-mezzo di contatto (ad es. cute-acqua o cute-aria).

 

  • Convezione: dipende dall’azione dell’aria a contatto con la cute; il vento rimuove lo strato di aria calda a contatto con la cute.

 

  •  Evaporazione: calore ceduto all’ambiente come vapor d’acqua attraverso la respirazione e la traspirazione; 580 Kcal sono trasferite all’ambiente per ogni litro d’acqua evaporata.

 

  • Sudorazione: in situazioni di eccessiva produzione o di scarsa attivazione delle altre vie di dispersione, 2-4 milioni di ghiandole sudoripare producono sudore per espellere grosse quantità di calore.

Il calore prodotto a riposo o nel corso di attività ad impegno muscolare modesto è facilmente smaltito attraverso i primi quattro meccanismi; nelle attività muscolari intense e/o in giornate calde, secche e poco ventilate la via assolutamente necessaria per disperderlo è la sudorazione.

La produzione del sudore avviene nelle cellule sudoripare; insieme all’acqua, che ne è il costituente fondamentale, nel sudore sono secreti ed escreti alcuni elettroliti: la loro dispersione è proporzionale a quella dell’acqua.

 

Tabella 1.4 – Concentrazioni medie di alcuni elettroliti nel sudore e in altri costituenti dell’organismo (mEq/l).

Elettroliti

Sodio

Cloro

Potassio

Magnesio

Sudore

10 – 60

30 – 50

4 – 5

0,02 – 6

Plasma

135 – 145

100 – 115

4 – 6

1,5 – 2,5

Muscolo

8 – 10

5 – 8

160 – 165

30 – 35

Liquidi extracellulari

140 – 145

115 – 120

3 – 5

1,5 – 2,5

Liquidi intracellulari

13 – 15

3 – 5

155 – 160

25 – 30

Eritrociti

14 – 15

52 – 55

90 – 95

1,5 – 2,5

 

In casi estremi, la secrezione di sudore può raggiungere il valore di 3 litri per ora.

In tali circostanze, la perdita idrica può essere pari o superiore al 10% del peso corporeo; già intorno al 3-4% si verifica un notevole calo della capacità di lavoro e cominciano a comparire i segni della disidratazione.

 

Tabella 1.5 – Entità ed effetti della disidratazione 

Perdite idriche

(in % di peso corporeo) 

Sintomi 

1%

Inizia la sensazione di sete e il declino della capacità di lavoro fisico per iniziale

compromissione della termoregolazione.

2%

Sete intensa, senso di non definito malessere e di oppressione, perdita di appetito.

3%

Secchezza orale, progressivo incremento dell’emoconcentrazione, oliguria.

4%

Riduzione del 20%-30% della capacità di lavoro fisico.

5%

Difficoltà di concentrazione, astenia, cefalea, irritabilità, insonnia.

6%

Elevata temperatura corporea per mancata azione dei processi di termoregolazione,

aumento della Ventilazione, arrossamento e torpore delle estremità.

7%

Astenia profonda, malessere generale, collasso.

10% 

Possibile insorgenza del colpo di calore.

Se non si provvede a reintegrare almeno parzialmente il patrimonio idroelettrolitico disperso può verificarsi la sindrome da calore, distinta in tre differenti gradi, in ragione della severità dei sintomi.

 

Tabella 1. – Sindromi da calore

Sindromi da calore

Sintomi

Crampi da calore

Crampi muscolari, profusa sudorazione, affaticamento; temperatura corporea nella norma.

Sfinimento

o esaurimento

da calore

Spossatezza estrema, sfinimento, cefalea, vertigini, nausea, profusa sudorazione, cute fredda; temperatura corporea nella norma, tachicardia, a volte perdita di conoscenza.

Colpo di calore

Arresto della sudorazione, cute calda e secca, cefalea, nausea, confusione, andatura vacillante; temperatura corporea estremamente elevata, collasso, perdita di conoscenza, talvolta morte.

Fino a livelli di sudorazione di circa 3 litri, i minerali assunti con gli alimenti che compongono una dieta equilibrata sono sufficienti a coprire le relative dispersioni. In attività intense e prolungate, la perdita di sali può raggiungere 13-17 grammi/24 h (2.3-3.4 g /litro di sudore), difficilmente integrabile con una normale alimentazione. In tali casi può essere necessario un supplemento minerale, riguardante soprattutto il sodio.

 

Fabbisogno

Il normale fabbisogno di acqua è di 1 ml/Kcal assunta; varia, tuttavia, con il lavoro fisico e con le condizioni ambientali.

 

Tabella 1 – Fabbisogno idrico quotidiano (in ml)

Vie di dispersione

Minimo

Medio

Massimo

Crescita- Riserva

0

15 X S

30 X S

Urine

400 X S

1000 X S

1500 X S

Feci

30 X S

90 X S

150 X S

Vie extrarenali

250 X S

350 X S

1,73 X 0,25 X M

Sudore-Lavoro muscolare

1,73 X 0,4 X M’

1800 X S

1,73 X 55 X M’

Totale 

2100 

3400 

5000 

(legenda: S = superficie corporea in mq; M = metabolismo a riposo (Kcal); M’= consumo metabolico da lavoro muscolare eccedente il metabolismo a riposo (Kcal).

Sebbene i volumi di dispersione possano essere molto elevati in dipendenza delle condizioni ambientali e delle attività svolte, è tuttavia necessario che il bilancio idrico (rapporto fra volumi di acqua in entrata e in uscita) sia costantemente in equilibrio, al fine di evitare gli effetti della disidratazione.

 

Fonti

Bevande, alimenti e acqua metabolica sono le fonti idriche per l’uomo. Tutti i cibi che consumiamo contengono acqua; al di là delle bevande, pressoché totalmente costituite di acqua, anche i cibi solidi ne contengono grandi quantità, per cui dal loro consumo derivano risorse idriche a volte di discreta entità.

 

Tabella 1. – Presenza di acqua nella composizione di alcuni alimenti (g per 100 di parte edibile)

Verdura e ortaggi

Acqua

Frutta

Acqua

Latticini e Formaggi

Acqua

Cetrioli

96,5

Cocomero

95,3

Mozzarella di bufala

55,5

Ravanelli

95,6

Pompelmo

91,2

Mozzarella di vacca

58,8

Cicoria da taglio

95

Fragole

90,5

Parmigiano

30,4

Zucca gialla

94,6

Melone d’estate

90,1

Pecorino 

34 

Indivia belga

94,3

Prugne gialle

87,7

 

 

Lattuga

94,3

Mele renette, fresche

87,6

 

 

Pomodori San Marzano

94,1

Ananas

86,4

 

 

Finocchi 

93,2 

Albicocche

86,3

 

 

 

 

Ciliegie

86,2 

 

 

La cottura dei cibi influisce sul contenuto idrico di molti alimenti: alcuni assorbono l’acqua di cottura (pasta, riso) e il loro contenuto idrico cresce; altri alimenti, se cotti, se ne impoveriscono (verdure).

 

Tabella 1. – Variazioni in peso degli alimenti con la cottura (peso dell’alimento cotto, corrispondente a 100 g di alimento crudo, parte edibile)

Cereali e derivati

Acqua

Legumi

Acqua

Verdure e ortaggi

Acqua

Carni

Acqua

Pesci

Acqua

Pasta all’uovo secca

299

Legumi freschi

 

Carciofi

74

Bovino adulto, carne magra

66

Cernia

86

Pasta di semola corta

202

Fagiolini

95

Carote

87

Pollo (petto)

90

Dentice

85

Pasta di semola lunga

244

Fave

80

Cavolfiore

93

Tacchino (petto)

98

Merluzzo

86

Riso brillato

260

Piselli 

87 

Cavolo verza

100

 

 

Orata

86

Riso parboiled 

236 

 

 

Cicoria di campo

100

 

 

Sogliola

83

 

 

Legumi secchi

 

Finocchi

86

 

 

Spigola 

86 

 

 

Ceci

290

Patate con buccia

100

 

 

 

 

 

 

Fagioli

242

Spinaci

84

 

 

 

 

 

 

Lenticchie 

247 

Zucchine 

90 

 

 

 

 

Acqua metabolica

Dalla completa ossidazione di carboidrati, grassi e proteine, oltre ad energia (ATP) e CO2, si forma acqua, detta metabolica, altra fonte idrica per il nostro organismo; la sua entità varia in funzione del substrato dalla cui ossidazione deriva

 

Tabella 1. – Acqua derivata dalla ossidazione di proteine, grassi e carboidrati (g per 100 g di nutriente).

Nutrienti

Acqua metabolica

Proteine

41

Grassi

107

Carboidrati 

55 

L’acqua non necessita di digestione. Il suo assorbimento avviene in tutto l‘apparato digerente, a partire dallo stomaco.

 

Effetti dell’abbigliamento sulla dispersione termica

I capi di abbigliamento indossati rappresentano una barriera fra cute e ambiente, riducendo la superficie di contatto fra i due mezzi e dando origine ad un microclima fra cute e aria. Ciò rappresenta una valida difesa contro il freddo mentre ostacola la dispersione termica necessaria in giornate troppo calde o nei casi di eccessiva produzione di calore indotta dall’attività muscolare. Per disperdere calore è necessario vestirsi il meno possibile. Indumenti asciutti ritardano gli scambi termici fra cute e ambiente: l’evaporazione del calore è facilitata quando gli indumenti sono completamente bagnati.

Riguardo ai materiali dei tessuti, cotone e lino assorbono facilmente l’acqua, fibre sintetiche e acriliche ostacolano l’evaporazione. È bene che gli indumenti siano di misura relativamente larga, per favorire la circolazione dell’aria sulla pelle, e di colore chiaro, al fine di riflettere il calore radiante dei raggi solari, assorbito invece dalle tinte scure.

 

Acqua e minerali

In natura, l’acqua, per via della notevole capacità di agire come solvente, non si presenta mai allo stato puro: sostanze minerali presenti nell’atmosfera, a volte dannose per la salute dei viventi, sono associate alle acque meteoriche; ioni derivati da elementi del terreno e da rocce del sottosuolo passano in soluzione venendo a contatto con le acque di scorrimento. Alle acque avviate negli acquedotti si aggiunge spesso cloro per ovviare all’inquinamento batterico; alle acque da tavola si addiziona CO2 per modificarne la palatabilità e il gusto. Gli ioni minerali svolgono nel nostro organismo molteplici attività biochimiche, spesso strettamente correlate con le funzioni biologiche svolte dall’acqua. Pertanto, quando si discute dell’acqua non ci si può esimere dal considerare contemporaneamente gli ioni elettrolitici ad essa in misura variabile associati.

I Minerali dell’organismo umano sono distinti in macroelementi e microelementi in ragione della loro presenza quantitativa: i primi (sodio, potassio, calcio, fosforo, magnesio, cloro) sono ampiamente rappresentati; i secondi (ferro, rame, zinco, fluoro, selenio, manganese, iodio, molibdeno, cromo, silicio, vanadio, nichel, arsenico, stagno) lo sono in misura più modesta.

I minerali fanno parte della struttura cellulare e giocano un importante ruolo nella fisiologia dei diversi apparati, coprendo funzioni sia plastica che energetica.

 

Tabella 1. – Funzioni principali assolte dai minerali

Funzione

Elemento

Plastica

Ca, P, S, Mg, Fe, Mn, I

Metabolismo energetico

P, Mg, Fe, Mn, Cr, K, S, Cu

Equilibrio acido-base

K, Cl, Na, P

Equilibrio idro-elettrolitico

K, Na

Permeabilità di membrana

Ca, K, Na

Funzione enzimatica 

Zn, Mg, Fe, Cu, Co, Se, Mn, Mb 

La presenza di alcuni di questi ionicarattere alle acque, ne specifica, indirizza e sostiene le proprietà biologiche, ne individua le proprietà organolettiche.

 

Classificazione delle acque

Analisi condotte sulle acque sorgive ne tracciano schede identificative, vere e proprie carte di identità. Sappiamo così che l’acqua distribuita nella rete idrica della città di Roma è un’acqua oligominerale, utile, per l’ampia presenza di calcio, nella prevenzione e cura dell’osteoporosi.

 

Tabella 1. – Parametri chimici dell’acqua potabile di Roma (ACEA)

Parametro

Unità di misura

Valori medi Roma

Valore D.Lgs 31/01 

pH

Unità di pH

7,5

6,5 e 9,5 

Conducibilità a 20 °C

ÌS/cm

546

2500

Residuo secco a 180 °C

mg/l

390

1500

Calcio (Ca)

mg/l

98

Magnesio (Mg)

mg/l

19

Durezza

°F

32

15 – 50

Sodio (Na)

mg/l

5,5

200

Potassio (K)

mg/l

3,0

Cloruro (Cl)

mg/l

6,5

250

Solfato (SO4)

mg/l

15

250

Nitrato (NO3)

mg/l

3,8

50

Fluoruro (F)

mg/l

0,2

1,50

Ferro (Fe) 

μg/l 

5,0 

200

In Italia si fa gran consumo di “acque minerali naturali” definite come “acque che sgorgano da una o più sorgenti di falda sotterranea, provviste di caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute” (D.Lgs. 25/1/1992 n.105).

È leggendo l’etichetta applicata sulle bottiglie commercializzate che riusciamo ad avere informazioni sulle origini territoriali delle acque, su qualità e quantità del corredo ionico: da tali informazioni scaturisce il nostro giudizio relativo all’utilità del loro consumo in relazione ad eventuali necessità terapeutiche, all’aspetto edonistico legato al gusto e agli effetti indotti sul nostro palato dall’accoppiamento con specifici cibi.

Delle acque minerali si valutano i caratteri generali (colore, odore, sapore, limpidezza), alcuni parametri e caratteri chimico fisici (temperatura, pH, pressione osmotica, conducibilità elettrica, ecc.); se ne valuta il residuo fisso, al fine di quantizzare la presenza minerale, la durezza, la presenza di gas disciolti e di ioni potenzialmente dannosi per lo stato di salute.

 

L’etichetta delle acque minerali

Sull’etichetta di una bottiglia di acqua minerale sono elencati molteplici elementi caratterizzanti. Fra questi:

  • il Residuo Fisso: contenuto salino complessivo che consente di classificare l’acqua in Minimamente Mineralizzata, Oligominerale, Medio Minerale o Ricca di Sali Minerali;

 

  • la concentrazione di specifici ioni: consente di classificare qualitativamente l’acqua;

 

  • pH e CO2 libera alla sorgente (fatta eccezione per le acque minerali sottoposte a trattamenti consentiti, che comportino variazione di tali parametri).

 

Sulla base di tre parametri (temperatura, residuo fisso a 180 °C, composizione chimica) Marotta e Sica (1933) proposero una classificazione delle acque minerali cui ancora oggi fa riferimento l’autorità per la concessione del loro utilizzo commerciale.

 

Classificazione delle acque minerali secondo Marotta e Sica:

  • acque oligominerali;

 

  • acque solfuree;

 

  • acque salso-bromo-iodiche;

 

  • acque radioattive;

 

  • acque salse (cloruro-sodiche);

 

  • acque solfate;

 

  • acque bicarbonate;

 

  • acque carboniche;

 

  • acque arsenicali-ferruginose.

 

I parametri più interessanti per chi voglia scegliere un’acqua minerale per coprire il suo fabbisogno idrico sono il valore del residuo fisso a 180°C e la composizione chimica dell’acqua, con l’individuazione degli ioni in essa disciolti.

Quest’ultimo parametro determina in maniera sensibile anche i caratteri organolettici dell’acqua.

 

Residuo fisso

Esprime la quantità totale dei soluti presenti nell’acqua. Il residuo fisso è calcolato in mg/l. Si ottiene facendo evaporare a bagnomaria a 100 °C una quantità di 200-500 cc di acqua posta in un contenitore di materiale inerte (capsula di platino). Segue essicatura a 110 °C, 180 °C e 500-700 °C.

In base al residuo fisso a 180 °C le acque sono classificate in:

  • minimamente mineralizzate: con R.F. < 50 mg/l;

 

  • oligominerali: con R.F. < ai 500 mg/l;

 

  • minerali: con R.F. > ai 500 mg/l.

 

Acque oligominerali e minimamente mineralizzate

La natura chimica delle rocce, a volte così compatte da non permettere la soluzione dei minerali che le compongono, l’elevata velocità di scorrimento dell’acqua nel sottosuolo e la conseguente brevità del periodo di contatto con gli elementi litici condizionano i processi di mineralizzazione delle acque, riducendone il contenuto minerale.

Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali sono acque ipotoniche: una volta assunte, vengono rapidamente assorbite; ciò comporta un altrettanto rapido incremento del volume plasmatico cui consegue un repentino aumento della diuresi. Tale effetto diuretico non è dovuto soltanto all’ipotonicità delle acque ma anche e principalmente alla tipologia degli ioni in soluzione; in particolare alla presenza, in misura discreta, di bicarbonati, solfati e calcio.

Anche il contenuto in CO2 sembra favorire l’effetto diuretico.

Si può affermare che ogni singola acqua oligominerale possiede una sua specifica funzione terapeutica, correlata al corredo ionico e all’eventuale presenza di elementi in traccia.

Il corredo ionico, inoltre, impattando con i nostri recettori gustativi, ci consente di avere coscienza dei sapori delle acque: un’attenta degustazione può indirizzare le nostre preferenze e le scelte relative al suo abbinamento con i cibi.

Nella stagione estiva, quando il consumo idrico raggiunge i massimi livelli annuali, le acque oligominerali ricche in potassio e magnesio tornano particolarmente utili a compensare la dispersione idrica e di quei minerali che, secreti ed espulsi con il sudore, necessitano di una piccola integrazione.

 

Tabella 1. – Carta delle acque minerali – Abbinamenti acqua-cibo

PIATTI

TIPOLOGIA DI ACQUA 

Carne

 

Antipasti

Oligominerale o minerale:

LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Primi

Oligominerale residuo medio alto o minerale:

LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Secondi di carni bianche

Oligominerale o minerale:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Secondi di carni rosse

Oligominerale residuo medio alto o minerale:

LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Secondi di carni salsate

Oligominerale residuo alto o minerale:

EFFERVESCENTE

Verdure

 

Crude

Oligominerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

Cotte

Oligominerale o minerale:

LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Pesce

 

Antipasti

Oligominerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

Primi

Oligominerale o minerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

Secondi alla griglia

Oligominerale o minerale:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Secondi al vapore

Oligominerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

Formaggi

 

Freschi

Oligominerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

Stagionati

Oligominerale o minerale:

LEGGERMENTE EFFERVESCENTE O EFFERVESCENTE

Dessert

 

Dolci secchi e gelato 

Oligominerale basso residuo:

PIATTA O LEGGERMENTE EFFERVESCENTE

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