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Vitamine

Le vitamine sono sostanze nutritive essenziali per i normali processi chimici che avvengono nel nostro organismo, oltre a essere elementi fondamentali di enzimi e coenzimi. Gli enzimi sono molecole che accelerano le reazioni chimiche necessarie per il funzionamento del corpo umano, come la produzione di energia o l’assemblaggio dei componenti dei tessuti. I coenzimi sono molecole che aiutano gli enzimi nelle loro reazioni chimiche.

Enzimi e coenzimi lavorano per unire le molecole o per separarle, creando o spezzando i legami chimici che le tengono insieme. La maggior parte degli enzimi sono composti da una proteina assieme a un minerale essenziale e, spesso, una vitamina. Se l’enzima manca di questo minerale o di questa vitamina essenziale, non può funzionare in m odo corretto.

 

Vi sono 13 vitamine divise in 2 classi principali:

 

  • quelle che sono solubili nei grassi come la A, la D, la E, la K;

 

  •   quelle che sono solubili nell’acqua come la vitamina C e le vitamine del gruppo B.

Le vitamine solubili nei grassi possono essere immagazzinate nelle cellule grasse. Per questo motivo l’organismo è in grado di farne una scorta da mettere a disposizione in caso di necessità. L’aspetto negativo è che possono essere accumulate a livelli tossici con effetti potenzialmente gravi. D’altro canto, le vitamine solubili in acqua possono essere immagazzinate soltanto in piccole quantità: quelle che l’organismo non utilizza vengono espulse nelle urine. Tuttavia, se è più difficile accumulare nell’organismo quantità tossiche di vitamine solubili in acqua, è anche più facile svilupparne una carenza.

 

La dose giornaliera raccomandata

Nella descrizione di ciascuna vitamina, presentiamo anche la RDA, Recommended Daily Allowance (dose giornaliera raccomandata). La RDA per le vitamine (e i minerali) data dal 1941 ed è stata elaborata dal Food and Nutrition Board del National Research Council (Comitato per il Cibo e la Nutrizione del Consiglio Nazionale della Ricerca degli Stati Uniti). Inizialmente queste indicazioni avevano lo scopo di ridurre la frequenza di malattie dovute a gravi carenze nutritive, come lo scorbuto (mancanza di vitamina C), la pellagra (mancanza di niacina), e il beriberi (mancanza di vitamina B1). La RDA svolge anche un ruolo anche un ruolo decisivo nel valutare quanto sia adeguata l’alimentazione di interi gruppi di popolazione e non soltanto dei singoli individui, poiché le esigenze dietetiche di ciascun soggetto sono troppo variabili. Come dichiarato dal Food and Nutrition Board: “Gli individui con fabbisogni nutritivi speciali non sono coperti dalla RDA”.

Statisticamente, la RDA previene le carenze nutritive nel 97% della popolazione, ma non esiste alcuna base scientifica secondo la quale la RDA soddisfi i bisogni di qualsiasi individuo.

Nel 1993 il Food and Nutrition Board ha intrapreso una revisione della RDA organizzando comitati di esperti (insieme anche con la Health Canada, l’agenzia del governo canadese per le politiche alimentari) per esaminare le categorie delle sostanze nutritive in modo molto più dettagliato di quanto fosse stato in precedenza.

Come risultato, non soltanto è stata cambiata la definizione di RDA, ma sono state create 3 nuove valutazioni:  

 

  • l’Estimated Average Requirement (EAR), cioè la richiesta media stimata;

 

  • l’Adequate Intake (AI), cioè l’introito adeguato;

 

  • il Tolerable Upper Intake Level (UL), cioè il livello massimo di assunzione che viene tollerato.

Il complesso di tutti questi valori è conosciuto come Dietary Reference Intakes (DRI), cioè assunzioni alimentari di riferimento.

Le DRI riflettono un cambiamento importante: l’accento non è più sulla prevenzione delle carenze nutritive ma sulla diminuzione del rischio di contrarre malattie croniche attraverso la dieta e adeguati integratori alimentari. Se la RDA era basata sulle quantità necessarie per proteggersi dalle malattie dovute a carenze nutrizionali, i DRI cercano invece, in presenza di conoscenze scientifiche adeguate, di introdurre parametri che possano aiutare a prevenire alcuni tipi di cancro, le malattie cardiocircolatorie e altri disturbi legati all’alimentazione.

I DRI sono stati creati per essere applicati a popolazioni sane. Non si adattano a individui che hanno specifiche carenze alimentari e devono ristabilirne i corretti livelli, né a chi soffre di malattie legate a maggiori bisogni nutritivi o possiede un bagaglio genetico che richiede dosi più alte di vitamine o minerali per il corretto funzionamento e l’attività degli enzimi.

Per l’Italia, la Società Italiana di Nutrizione Umana ha provveduto ad elaborare le RDA definite “Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana” (LARN) la cui ultima revisione è del 1996.

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