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L’OBESITÀ SI COMBATTE CON L’ISTRUZIONE. CHI HA STUDIATO DI MENO È PIÙ A RISCHIO

Tra chi ha frequentato solo la scuola elementare la percentuale di obesi è tripla (16,8%) rispetto a quelli che hanno conseguito la laurea (5,5%), a conferma dell’importanza dell’educazione nel combattere stili di vita errati che compromettono anche la salute. È quanto emerge da uno studio della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della Giornata mondiale contro l’obesità (10 ottobre) che si celebra in Italia con il 35,6% della popolazione in sovrappeso e il 10,4% addirittura obesa nel 2012.

L’istruzione è dunque il miglior modo per combattere l’obesità, che interessa l’11% di coloro che hanno fatto solo le scuole medie e il 7,1% di chi ha frequentato le superiori. La Coldiretti è impegnata nelle scuole con il progetto di educazione “Campagna Amica” che coinvolge oltre 100mila alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano ad oltre 3mila lezioni in programma nelle fattorie didattiche e agli oltre 5mila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe.

In questo momento di difficoltà l’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’ agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. A preoccupare è l’impatto della crisi sulla spesa, con il rischio di portare in dispensa prodotti low cost offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi che è importante conoscere per non cadere nell’inganno.

La Coldiretti fa anche notare che allarmi sugli effetti della crisi sulla salute dei cittadini vengono anche dal mondo scientifico, come l’Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari che ha dimostrato il forte impatto della crisi economica sui servizi sanitari dei Paesi europei per colpa anche della cattiva alimentazione poiché con le tasche vuote i cittadini sono più portati al consumo di cibi meno sani. Un problema che riguarda anche le giovani generazioni con la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) che ha lanciato recentemente l’allarme sul fatto che con la crisi gli italiani per i propri bambini si rivolgono più facilmente a cibi di scarsa qualità, gustosi, poco costo con snack e merendine e bevande zuccherate che prendono il posto di alimenti più salutari, come cereali, pesce, frutta fresca e verdura. In Italia l’obesità riduce l’aspettativa di vita di 17 anni ed è la seconda causa di morte dopo il fumo.

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