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Per la salute del cuore preferire il pesce alla carne

Il consumo di carne lavorata, di carne rossa, pollame o pesce è associato a malattie cardiovascolari e a mortalità per tutte le cause? Questa è l’importante domanda che si sono posti gli autori di questo lavoro americano appena pubblicato su Jama Internal Medicine e supportato, tra gli altri, anche dal prestigioso National Institutes of Health.

I ricercatori della Northwestern Medicine e della Cornell University hanno analizzato i dati di un campione formato da quasi 30mila soggetti (proveniente da diversi studi di popolazione) con età media di circa 54 anni e che sono stati seguiti fino a tre decenni. Hanno poi incrociato i dati di ciascuno con le abitudini alimentari dell’ultimo anno, riportate in lunghi elenchi dagli stessi partecipanti.

Il pesce si salva, la carne così così

Riguardo la prima domanda, ossia se il consumo di carne lavorata, di carne rossa, pollame o pesce sia associato a malattie cardiovascolari, ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.

Mangiare due porzioni a settimana di carne rossa, carne trasformata o pollame è risultato correlato a un aumento del rischio del 3-7% di soffrire di malattie cardiovascolari. Nessuna relazione è stata invece trovata con il consumo di pesce, che in effetti viene normalmente suggerito proprio per la sua azione preventiva sulle patologie cardiocircolatorie. Riguardo al pollame, va detto che l’aumento del rischio è del 4% ma secondo i ricercatori le prove finora non sono sufficienti per formulare una raccomandazione sull’assunzione settimanale. Inoltre, sempre secondo gli studiosi, la relazione trovata dagli studiosi potrebbe anche essere correlata al metodo di cottura del pollo e al consumo della pelle piuttosto che alla carne di pollo stessa. Nell’attesa, gli autori consigliano di evitare il pollo fritto, una pietanza molto comune negli Usa ma meno dalle nostre parti.

Riguardo alla seconda parte della domanda, ossia il rapporto tra carne e mortalità per tutte le cause, ci sono state delle differenze. Mangiare due porzioni di carne rossa o di carne lavorata a settimana è stato associato a un rischio del 3% più alto di tutte le cause di morte. In questo caso, non è stata trovata alcuna relazione non solo per il consumo di pesce ma anche di quella del pollame.

I numeri dell’aumento del rischio per fortuna sono piccoli, tuttavia possono rappresentare uno stimolo per cercare di migliorare la propria dieta riducendo la frequenza di alcuni alimenti. “La modifica dell’assunzione di questi alimenti proteici di origine animale può essere un’importante strategia per aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e morte prematura a livello di popolazione“, ha in effetti affermato Victor W. Zhong, l’autore principale dello studio. E sulle alternative ecco cosa hanno suggerito gli studiosi: “Pesce, frutti di mare e fonti di proteine ​​a base vegetale come le noci e legumi, rappresentano eccellenti alternative alla carne e sono poco consumati negli Stati Uniti“, ha sottolineato il coautore dello studio Linda Van Horn, docente di medicina preventiva nonché membro del comitato consultivo delle linee guida dietetiche Usa del 2020. Insomma, se lo dice lei ci possiamo fidare…

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