Oltre il 10% dei bambini nasce prematuro, ma grazie ai progressi della medicina oltre il 90% sopravvive. Sono bambini però “delicati“, che spesso hanno bisogno di essere seguiti nelle terapie intensive neonatali (TIN). Per ogni bambino il latte materno è fondamentale, visto che stimola la crescita e rafforza le difese immunitarie; però nelle TIN non sempre è una priorità il somministrarlo: a spiegarlo sono gli esperti dell’ottavo Breastfeeding and Lactation Symposium, che si tiene a Copenhagen.
”Negli ultimi 50 anni – dicono gli specialisti – abbiamo assistito a una radicale inversione di tendenza dell’aspettativa di vita dei prematuri. Il latte materno ha un elevato contenuto di nutrienti, ormoni e fattori di difesa immunitaria: è fondamentale per permettere la crescita e lo sviluppo fisico e immunologico nei bambini pretermine. Tuttavia l’utilizzo del latte materno non è sempre scontato”.
Inoltre, l’uso del latte materno delle TIN sarebbe benefico, ”ma a causa delle attuali prassi mediche applicate non sempre viene utilizzato”, nonostante diversi studi abbiano dimostrato gli effetti positivi del latte materno sulle cellule cerebrali e sullo sviluppo cognitivo nei neonati pretermine.
Nonostante le sue indubbie qualità, il latte materno potrebbe però non contenere livelli corretti di tutti i nutrienti necessari per neonati con un peso alla nascita molto basso (sotto 1,5 kg). Anche per questo l’attenzione degli esperti è incentrata anche sull’assistenza alla famiglia: all’Uppsala University ChildrenâÇÖs Hospital (Svezia) è in uso un modello che promuove il coinvolgimento dei genitori in tutti gli aspetti dell’assistenza, che favorisce il massimo contatto e garantisce alla madre il supporto nell’allattamento. ”Tale modello – concludono gli esperti – si è rivelato in grado di ridurre il livello di stress e di dolore del bambino, migliorandone inoltre i ritmi di sonno e la crescita in generale”.