Se lo dichiara David Jenkins, l’ideatore dell’indice glicemico, ci possiamo credere. In un suo studio recentissimo ha riscontrato che una tazza di legumi al giorno (meno di due etti di legumi cotti) riesce a migliorare il controllo glicemico e a ridurre il rischio cardiovascolare. Come è noto, oltre a essere prezioso per chi ha problemi di controllo della glicemia, seguire una dieta a basso indice glicemico favorisce i processi di dimagramento e di mantenimento di un peso corretto.
La ricerca è stata effettuata su 121 pazienti diabetici (di tipo 2, ossia il diabete più diffuso, collegato all’obesità) che per 3 mesi hanno seguito una dieta a basso indice glicemico o con i legumi o con i cereali integrali. Ebbene, il consumo frequente di legumi è risultato più efficiente rispetto ai cereali integrali, che sebbene ricchi di fibra contengono un maggior contenuto di carboidrati rispetto ai legumi. Tuttavia, il suggerimento non è certamente di eliminare i salutari chicchi integrali ma di aumentare la frequenza a tavola di lenticchie, fagioli, ceci e così via. Un esempio perfetto lo troviamo nelle saporite zuppe di legumi della tradizione mediterranea, nelle quali la presenza dei cereali è ridotta ma preziosa dal punto di vista nutrizionale.