Curare le infiammazioni con la giusta dieta
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LA DIETA ANTISTARNUTI

L’allergia alle graminacee e alle parietarie è tra le più diffuse, come diffusa è, tra gli italiani, un’alimentazione basata sul frumento, una graminacea che contiene sostanze antigeniche praticamente identiche a quelle che respiriamo.

Se è a queste piante che si è allergici, ogni tre giorni su quattro è bene evitare tutti i prodotti che contengono farine derivate dal frumento (pasta, farine per dolci, biscotti, focacce e così via), preferendo riso, mais, orzo, patate. Cibi come gallette di riso, polenta, minestrone di orzo, risotto e orzotto, possono ben scardinare il monopolio del frumento sulla nostra tavola. Chi è allergico alle graminacee dovrà fare attenzione anche al miele millefiori.

Gli allergici alle parietarie, dovranno stare attenti alle ortiche.

Una delle forme allergiche in crescita negli ultimi anni è certamente quella alle betulacee. Molti alimenti danno “reazioni crociate” con i pollini, causando infiammazioni a tutto il cavo orale: si tratta di mele, pere, pesche, prugne, carote, sedano, prezzemolo e nocciole. L’astensione da questi vegetali, sempre mediante una dieta a rotazione, porta non solo benefici alla bocca ma consente di non amplificare gli effetti della presenza dei pollini sulle mucose respiratorie.

Sì a cavoli, lattuga e rapanelli

Alcuni alimenti possono rivelarsi dei veri e propri soccorritori del nostro sistema immunitario. Nei periodi di allergia un alto consumo di frutta e verdura non farà che apportare all’organismo delle vitamine e quei minerali di cui ha particolare bisogno. Esistono anche cibi a elevato potere antiallergico, in grado di ridurre i sintomi diminuendo lo stato di infiammazione generale. Al primo posto il cavolo-verza, poi lattuga, prezzemolo, rafano, ravanello nero e rosso: tutte verdure che contengono, tra le altre cose, molta vitamina C.

Gli oli ad alto contenuto di acido linolenico possono rivelarsi utili: non quello di oliva, in questo caso controindicato agli allergici a questa pianta, quanto l’olio di soia, mais e girasole. I semi si trovano in commercio, oggi, e possono essere sgranocchiati come rompi digiuno. L’olio di ribes nero è da considerarsi un integratore specifico: come il pesce contiene acidi omega 6 e omega 3, in grado di ridurre lo stato antinfiammatorio.

No a formaggi, additivi e coloranti

Purtroppo, esistono sostanze che sono in grado d’indurre una reazione allergica, in particolare a livello nasale. I cibi ricchi di istamina, serotonina o tiramina (come banane, vino, birra, tonno fresco e in scatola, gamberetti, crostacei, formaggi, pomodori e cioccolato) dovrebbero sparire 3 giorni su 4 se la persona è ipersensibile. Un’altra categoria d’alimenti a cui guardare con attenzione è quella contenente il colorante E102, la tartrazina. In pratica è presente nei dolci industriali, cracker, sciroppi, marmellate, caramelle e chewing-gum, aperitivi colorati, sottolio e sottaceti. Infine sono da segnalare i cibi ricchi di acido acetilsalicilico: pomodori, pepe, mele, uva, vino, albicocche, pesche, ciliegie, prugne e arance.

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