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CEREALI SI, CEREALI NO – COME CAMBIARE

QUESTI SI SOMIGLIANO

Frumento, segale, orzo, avena, farro, kamut: sono i cereali contenenti glutine più diffusi. Anche se è bene sottolineare che il frumento è quello che ne contiene di più, anche a causa delle selezioni operate dall’uomo nel tempo. Il glutine, infatti, è fondamentale per permettere una efficace lievitazione delle farine e quindi una buona panificazione.

C’è chi ritiene che l’alto tenore di glutine del grano di oggi sia una delle cause degli aumentati fenomeni di intolleranza verso questo cereale.

UN GRUPPO VARIEGATO

Tra i cereali senza glutine, i più diffusi sono riso e mais, ai quali seguono i cereali minori come miglio e sorgo e i cosiddetti pseudo cereali come grano saraceno, quinoa e amaranto.

STOP AL PANE

Un effetto collaterale dell’evitare i cereali usati per la panificazione è una drastica riduzione (se non scomparsa) del consumo, oltre che del pane, anche di pizza, focacce, brioche e torte. Chi facilmente soffre di gonfiori all’addome dopo i pasti trarrà giovamento, difatti, anche dalla riduzione di questi cibi lievitati (per non parlare della riduzione calorica…).

VIVA LA PRIMAVERA

Per aiutare ulteriormente l’organismo a tornare in forma, approfittate delle forti capacità depurative dei prodotti di stagione come carciofi, barba di frate, ravanelli, le insalatine di campo (tarassaco, cicoria, rucola), le meravigliose fragole e, da maggio, ciliegie e amarene.

VARIARE FA BENE

Non si tratta di eliminare per sempre gli alimenti più amati – sarebbe molto sbagliato! – ma di aprire la porta a nuove esperienze gastronomiche. Così facendo, oltre a evitare la comparsa di possibili intolleranze da “accumulo”, si garantirà una più completa assunzione delle tantissime sostanze nutritive utili per mantenersi in salute.

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