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L’ALIMENTAZIONE CONTRO I TUMORI

Mangia sano, vivi meglio“: non è un semplice slogan, ma l’espressione della necessità, sempre più percepita, di tutelare la salute e di conseguenza la qualità della nostra vita. Se da una parte, stando ai dati pubblicati dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRT), si stima che in Italia vi siano, nel corso dell’anno, 366 mila nuove diagnosi di tumore, dall’altra si sta acquisendo la consapevolezza che la corretta alimentazione ricopra un ruolo strategico nella prevenzione di molte patologie.

Qual è l’importanza della cultura del cibo?

È possibile creare una nuova “cultura del cibo” sviluppando abitudini nutrizionali più sicure e consapevoli che aiutino a contrastare l’insorgenza di neoplasie attraverso una corretta educazione sanitaria che sin dalla prima infanzia abitui a uno stile di vita sano ed equilibrato, come ad esempio l’adozione del modello nutrizionale conosciuto come “dieta mediterranea“, inclusa dall’Unesco nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Fondamentale il supporto della famiglia innanzitutto e della Istituzione scolastica, fortemente unite all’insegna dell’obiettivo salute.

Esiste un rapporto tra alimentazione e tumori?

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha revisionato tutti gli studi scientifici incentrati sul rapporto tra alimentazione e tumori, definendone le linee guida ed è stata confermata l’importanza dei cibi di provenienza vegetale, frutta e verdura, tra cui anche cereali integrali e legumi; fondamentale la riduzione di proteine animali e di prodotti caseari. Tra gli alcolici è ammesso solo il vino, preferibilmente il rosso e nella quantità massima di due bicchieri al giorno.

Il peso è un fattore di rischio?

È stato recentemente reso noto che vi è una relazione direttamente proporzionale tra peso corporeo e tumori, quindi essere in sovrappeso o essere obeso incide sul rischio di ammalarsi; e una inversamente proporzionale tra attività fisica e cancro alla mammella, al colon retto e all’endometrio. Il sovrappeso è responsabile, nel mondo, di circa 481 mila nuove diagnosi di tumore ogni anno e in particolar modo per le donne, di tumori al seno e all’endometrio. L’eccesso di cibo determina più elevati livelli di glicemia nel sangue con conseguente aumento dell’insulina e del fattore di crescita IGF-1, che favoriscono lo sviluppo delle cellule tumorali. Un’alimentazione sana deve tenere sotto controllo il livello di questi fattori riducendo l’assunzione di cibi ad alto indice glicemico, quali preparati con farine raffinate (tipo 0 e 00), dolci da forno, patate, zucchero e privilegiare i cibi della dieta mediterranea.

Frutta e verdura contro il tumore alla prostata

Nei paesi industrializzati tra le neoplasie più diffuse nella popolazione maschile, si riconosce il tumore alla prostata, patologia spesso asintomatica, ragion per cui i programmi di screening risultano fondamentali per formulare una corretta diagnosi precoce. L’alimentazione ha comunque una grande importanza: il consumo di cibi, in particolare ricchi di licopene, una sostanza naturale dalle spiccate proprietà antiossidanti, si associa alla riduzione di questa forma tumorale. Tra gli ortaggi, il pomodoro: più il suo colore si avvicina al rosso, tanto maggiore sarà la concentrazione di licopene. Una su tutte, la varietà siciliana del siccagno di Corleone.

Cereali e legumi per prevenire il tumore al colon

Infine, guardando all’intera popolazione, il tumore più frequente è quello che colpisce il colon retto (dati AIRT) per la cui prevenzione alimentare un contributo fondamentale è fornito dai cereali integrali che, associati ai legumi, limitano l’apporto di grassi saturi e trasferiscono sazietà. La presenza di fibre facilita il transito intestinale, riduce l’assorbimento di grassi, colesterolo e sostanze cancerogene. In presenza, invece, di casi di familiarità, alla prevenzione alimentare si associa quella di tipo diagnostico attraverso l’esame di colonscopia. La cura della salute, che include la cura dell’alimentazione, rappresenta un metodo per vivere di più e meglio. Ecco perché è necessario diventi un’abitudine attraverso cui centrare due obiettivi congiunti: prevenzione e diagnosi precoce. Una vera e propria indagine clinica, infatti, effettuata anche in assenza di sintomi particolari può rappresentare un valido aiuto per individuare cause e fattori della patologia.

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