fbpx
La dieta mima-digiuno nella prevenzione dell’invecchiamento
La dieta mima-digiuno nella prevenzione dell’invecchiamento
Piselli: i legumi di primavera dalle grandi proprietà
Piselli: i legumi di primavera dalle grandi proprietà
Burger vegetali: sono davvero tutti così salutari?
Burger vegetali: sono davvero tutti così salutari?
30707016_10156301888199287_1493183837591568384_n
previous arrow
next arrow

MEDICINA ESTETICA TIENE NONOSTANTE LA CRISI

Il desiderio di sentirsi “belli” ed in armonia con se stessi e gli altri non muore neppure in tempi di crisi economica. Sarà per questo che, a sorpresa, gli ultimi dati relativi al settore della chirurgia e soprattutto della medicina estetica sono accompagnati da un segno “+”, nonostante le difficoltà economiche che attanagliano gli italiani e non solo. E un vero e proprio “boom” si registra negli Stati Uniti, dove nel 2013 sono stati effettuati oltre 11 mln di interventi estetici, per una spesa che supera i 12 mld di dollari, la cifra più rilevante dalla Grande Recessione del 2008.

”Quello che arriva dal mercato americano, secondo i dati 2013 dell’American Society for Aesthetic Plastic Surgery Asaps, è un segnale positivo e importante”, afferma Pierfrancesco Cirillo, segretario dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe). Anche in Italia il settore tiene: ”Nel 2011 e 2012 in Italia, secondo i dati Aicpe – rileva Cirillo – se abbiamo registrato un segno negativo per quanto riguarda gli interventi di chirurgia, la medicina estetica è invece sempre risultata in crescita, e il 2013 è andato meglio dei due anni precedenti”. Ad aumentare, dunque, è soprattutto la medicina estetica, che ha costi più accessibili: ”La gente non rinuncia a curarsi e, pur di farlo, si orienta verso trattamenti meno costosi. Il settore però – commenta l’esperto – è maturo e, non appena la situazione economica generale sarà migliorata, crediamo che quello della chirurgia plastica sarà uno dei settori in più forte crescita”.

In particolare, per il 2013 la tossina botulinica si conferma il primo trattamento di medicina estetica praticato in Usa, con un incremento pari al 15,6% rispetto al 2012 e oltre 3,7 milioni di trattamenti. Il successo di questo farmaco in medicina estetica ”per un così lungo tempo – sottolinea il presidente dell’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino Aiteb, Massimo Signorini – è testimone anche della sua comprovata sicurezza, ma resta sempre la raccomandazione di affidarsi a medici esperti”. Nell’ultimo periodo, sottolinea Giulio Basoccu, chirurgo estetico e responsabile della Divisione di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano, ”anche in Italia la domanda di interventi con il botox ha fatto registrare un aumento tra il 10 e il 20%”. In generale, rileva l’esperto, ”tutto il settore del wellness e della bellezza è stato uno dei pochissimi a non risentire della crisi, segnando stabilità o crescita, e ciò anche nel nostro Paese”. La crisi economica cioè, spiega Basoccu, ”non ha diminuito la richiesta di interventi estetici, ma l’ha indirizzata verso pratiche meno costose, facendo registrare ai primi posti la domanda per i trattamenti a base di botulino, contro le rughe, o di acido ialuronico soprattutto per il rimodellamento delle labbra”. Quanto agli interventi, in Italia come negli Stati Uniti è la liposuzione l’intervento più praticato nel 2012, soppiantando così l’aumento del seno che è “scivolato” addirittura al quarto posto, preceduto da blefaroplastica (ringiovanimento dello sguardo) e lipofilling (trapianto di grasso). In crescita in Italia e Usa anche gli interventi di chirurgia intima femminile (come labioplastica e rimodellamento dei glutei).

Un settore in crescita, dunque, e per il quale, secondo recenti studi, potrebbero aprirsi anche nuove prospettive di utilizzo: il botox, ad esempio, potrebbe in futuro essere impiegato non solo per ripianare le rughe, ma pure per curare la depressione. Come? Paralizzando i muscoli della faccia, “previene” le espressioni corrucciate o tristi, suggerendo – afferma una ricerca della Georgetown Medical School in pubblicazione sul Journal of Psychiatric Research – un legame fra il cervello e i muscoli delle espressioni facciali in cui il cervello è in grado di monitorare e valutare le espressioni e rispondere a queste generando lo stato d’animo appropriato. La ricerca della Georgetown Medical School, conferma un dato già studiato scientificamente, e cioè il fatto che un aspetto più gradevole, e quindi un aumento dell’autostima, risultano essere elementi che migliorano l’umore.

Lascia un commento