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POMPELMO, FA DIMAGRIRE?

È una preziosa fonte di fibre, flavonoidi, pectine e vitamine A, C e del gruppo B, ma è oggetto di miti più o meno verificati riguardo una sua efficacia nelle diete dimagranti e chi usa farmaci deve prestare alcune attenzioni nel suo consumo.

Il pompelmo è uno dei pochi agrumi non originari dell’Asia. Gli storici lo indicano come nativo delle Barbados, in America centrale; si è poi diffuso in Argentina, Sudafrica e Israele. In Italia è stato introdotto verso la fine degli anni ’60, ed è oggi coltivato in Liguria, Campania e Sicilia.

VERO

È un frutto molto ricco di vitamina C

Il pompelmo è un prodotto che si caratterizza per un alto contenuto di vitamina C (40 milligrammi per 100 grammi di prodotto). La vitamina C aumenta le difese immunitarie aiutando l’organismo a difendersi dagli attacchi virali. È importante per la crescita in quanto rafforza ossa e denti, è un coadiuvante contro le anemie perché migliora l’assorbimento del ferro, ha un potere anti-ossidante, e pertanto aiuta a proteggere da fenomeni degenerativi delle cellule. Tuttavia il contenuto di vitamina C del pompelmo è inferiore a quello di arance, papaia e soprattutto kiwi.

DUBBIO

Non può mancare nelle dietedimagranti

Sulle proprietà dimagranti del pompelmo il mondo accademico è tuttora diviso. Secondo i sostenitori della “dieta del pompelmo” l’assunzione del frutto dopo i pasti indurrebbe una riduzione dei valori di insulina e glucosio nel sangue. Secondo altri i benefici deriverebbero dalla sua influenza sul transito intestinale e dalla sensazione di sazietà indotta dalla fenilalanina che inibisce il senso di fame. È assodato che il pompelmo non contiene grassi, apporta poche calorie (26 Kcal per etto), e che la pectina presente nel frutto è una preziosa fonte di fibra solubile.

VERO

Il suo consumo ha alcune controindicazioni

Una recente pubblicazione dell’AIFA – Ministero della Salute (“bollettino informazione dei farmaci n. 3 – 2006”) ha evidenziato le possibili interazioni tra consumo di pompelmo ed assunzione di alcune particolari categorie di farmaci. Il pompelmo è in grado di aumentare in maniera significativa la biodisponibilità di alcuni medicinali, attraverso l’inibizione dell’attività di alcuni enzimi epatici. Il risultato è in alcuni casi un aumento della concentrazione di farmaco libero con conseguenti inaspettati effetti collaterali, talvolta gravi. Altri studi suggeriscono l’esistenza di un’associazione fra consumo di succo di pompelmo e aumentato rischio di calcolosi renale.

VERO

La varietà dalla polpa rosa è una buona fonte di licopene

La caratteristica colorazione del pompelmo rosa è dovuta a una discreta presenza di licopene, un antiossidante che l’organismo non è in grado di sintetizzare e che deve necessariamente essere assunto con la dieta. Ma le principali fonti di licopene sono il pomodoro fresco e i suoi derivati (conserve, passate, succhi, concentrati, ketchup), ed in misura minore il melone e l’ anguria.

FALSO

È un frutto molto deperibile

Sebbene il pompelmo abbia un elevato contenuto d’acqua, elemento che favorisce lo sviluppo microbico e la conseguente alterazione degli alimenti, la sua stabilità è favorita da una discreta acidità (pH 4,0). È preferibile conservare i pompelmi nel frigorifero, nei cassetti degli ortaggi, per non più di otto-dieci, giorni. La conservazione a temperatura ambiente favorisce la perdita di vitamina C. È bene, al momento dell’acquisto, scegliere pompelmi con il picciolo attaccato ed assicurarsi che non ci siano tracce di muffa. I pompelmi più maturi e saporiti sono quelli con la scorza lucida, non troppo duri ma senza ammaccature.

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