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Vellutata di cavolfiore light
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Quali sono i grassi buoni e dove si trovano
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Il latte e le alterative vegetali: soia, avena, riso, mandorla…
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Cosa mangiare per riprendersi dall’influenza

Non abbiamo più tempo, né per ammalarci né per guarire. La convalescenza, il periodo necessario al nostro fisico per recuperare una condizione ottimale, è ormai un lusso che raramente ci si può concedere, e già al secondo giorno senza febbre eccoci di nuovo al lavoro allungando così i tempi di guarigione, e rischiando ricadute della malattia. Molto si può fare per accelerare la ripresa adottando una dieta un po’ più attenta del solito. Certamente un’alimentazione sana ed equilibrata, che fornisca tutti i nutrienti necessari, è indispensabile per avere buoni meccanismi di difesa immunitaria: l’organismo è così messo in condizione di rispondere meglio a qualsiasi attacco di virus e batteri.

Fermenti dopo le pillole

Se si sono assunti antibiotici, bisogna tener presente che questi hanno agito, oltre che nei confronti dei germi responsabili dell’infezione, anche sulla flora intestinale utile per le funzioni digestive, per la sintesi di vitamine e di altre sostanze utili e per impedire lo sviluppo di germi patogeni nel colon. Diventa quindi consigliabile per una o due settimane inserire quotidianamente, nella prima colazione o negli spuntini, alimenti ricchi di fermenti lattici, preziosi per la flora intestinale. Quindi yogurt, kefir, latti fermentati: in commercio, inoltre, è possibile trovare molti prodotti, i cosiddetti probiotici, addizionati di vari fermenti, che resistono meglio all’acidità gastrica arrivando più numerosi là dove servono.
Ma anche le verdure latto-fermentate come i crauti sono benefiche per la salute dell’intestino, grazie alla loro ricchezza di fermenti e di vitamine C e del gruppo B. Nei negozi di alimentazione naturale è possibile trovarli preparati nel modo tradizionale, mentre quelli in scatola sono stati sottoposti ad alte temperature e perciò hanno perso in gran parte le loro virtù.

Vitamine preziose

Dopo una malattia l’inappetenza è piuttosto comune e bisogna un po’ forzarsi per mangiare a sufficienza: in linea generale è importante però non cedere ai peccati di gola e non “tirarsi su” solo con cioccolatini e caramelle, ma scegliere pietanze cucinate semplicemente, con pochi grassi e facilmente digeribili, che non stressino il fisico indebolito. Quindi meglio dimenticare per un po’ fritture, salumi e formaggi grassi, dolci ipercalorici e superalcolici. Un’alimentazione sana e bilanciata, basata sui cereali, ricca di frutta e verdura e con un corretto apporto di proteine e grassi è fondamentale per tornare in salute. Durante la convalescenza è altrettanto importante assumere cibi ricchi di tutte le vitamine, in particolare della C per il suo ruolo immunostimolante e di quelle del gruppo B indispensabili negli stati di affaticamento per ridare energia, aiutare il cervello e stimolare il processo di guarigione. Inoltre, i trattamenti con antibiotici possono provocare stati di carenza: sintomi tipici di mancanza della vitamina sono le screpolature delle labbra e i tagli agli angoli della bocca, o la lingua e le mucose infiammate. Ma dove troviamo queste preziose sostanze? Trattandosi di vitamine diverse, anche se della stessa famiglia, le fonti non sono sempre uguali; in generale tra quelle vegetali troviamo tutti i cereali integrali (riso e frumento, miglio, segale, grano saraceno, orzo), i semi oleosi (arachide, sesamo, pinoli ecc…), la frutta secca (mandorle, noci, nocciole ecc…), i legumi (soia in particolare), e anche alcuni ortaggi (cavoli, radicchio, asparagi, spinaci).

Integrare, se serve

Infine, cosa fare se lo stato di debolezza persiste e col passare dei giorni la situazione non migliora? In questi casi può servire un’integrazione di vitamine e minerali, senza per forza rivolgersi a prodotti chimici ma sfruttando gli integratori naturali, come il germe di grano, ricco di vitamine B, E e di preziosi acidi grassi. Oppure il lievito di birra, ottimo ricostituente generale, vitaminico e minerale. Un’ottima abitudine da mantenere tutto l’anno è quella di aggiungere al condimento dell’insalata o delle minestre 1 cucchiaino di germe di grano e uno di lievito. Ne guadagnerà anche il sapore dei vostri piatti.
Molto utile sia per il mantenimento dello stato di salute sia per evitare le recidive, è l’uso della propoli, che può essere quotidiano oppure come primo intervento in caso di ricomparsa dei sintomi come il mal di gola.

Le spezie per il respiro

Forse non tutti sanno che gli odori e le svariate spezie adoperate in cucina sono amiche dell’apparato respiratorio: lo proteggono dalle infezioni, sono antinfiammatorie per la gola, hanno un’utile azione fluidificante sul catarro ed espettorante. Vediamo quali sono e come utilizzarle per avere il massimo effetto.

•    Aglio, cipolla, porro
Per il primo uno spicchio a pasto, non tagliato ma schiacciato con l’apposito utensile, mentre la cipolla e il porro vanno affettati e consumati subito dopo. Non aggiungerli a minestre brodose bollenti perché il calore eccessivo fa evaporare i principi attivi.
•    Cannella
È la corteccia a venire utilizzata, ed è più efficace rispetto alla polvere che si trova comunemente. Ideale nei dolci e per insaporire bevande calde, come infusi alla mela o tè.
•    Curry
È un miscuglio di spezie in polvere, ha quindi vari effetti, ed è tipico della cucina orientale. Va acquistato quello prodotto più recentemente, più piccante e più ricco possibile di fragranze.
•    Peperoncino
In polvere, va aggiunto a brodi o minestre calde subito prima del consumo. Attenzione a non esagerare con le dosi.
•    Rafano
Si utilizza la radice che va grattugiata con parsimonia direttamente sui cibi; molto piccante, forti dosi irritano le mucose.
•    Senape
Meglio usare i semi in polvere anziché la salsa già pronta. Se usata per lunghi periodi può irritare le vie urinarie.
•    Zenzero
Va bene sia la radice fresca, tagliata sottilmente, sia la polvere di questa essiccata, dal sapore più pungente e piccante. La polvere si prende anche direttamente sciolta nel miele o in tisana, lasciandola due o tre minuti prima di bere.

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