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La dieta mediterranea a confronto con la dieta atlantica
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Piselli: i legumi di primavera dalle grandi proprietà
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È possibile perdere 7 chili in 7 giorni?

Il desiderio è sempre quello: perdere sette chili in sette giorni. O, per dirla meglio, sbarazzarci per l’ennesima volta del peso in più che la stagione fredda ci ha regalato. Tuttavia – e proprio perché non si tratta della prima volta – prima di adottare l’ennesima dieta sarebbe meglio evitare la fretta e prendersi un po’ di tempo per riflettere su cosa è davvero meglio per noi, mettendo meglio a fuoco le nostre esigenze, la nostra situazione di vita e anche i pregressi fallimenti (dieteticamente parlando), in modo da individuare le scelte più efficaci.

Perché seguire uno schema dimagrante, anche quando si tratta di un lieve sovrappeso, va comunque a impattare sulla qualità delle vita, sia in termini di salute che di benessere mentale, come vedremo più avanti. In altre parole, invece di pensare “da domani mi metto a dieta”, tante volte sarebbe meglio decidere che “da domani mi occupo del mio peso nel modo più giusto per me”.

Calano i chili ma anche i muscoli (specie nei sedentari)

Non ci si pensa molto ma quanto ingrassiamo – lo dice la parola stessa – a crescere è la nostra massa grassa, l’adipe. Però quando dimagriamo non perdiamo solo la massa grassa ma anche un po’ di quella magra, preziosissima, ossia la muscolatura. Da ricordare che è grazie ai nostri muscoli che bruciamo più calorie. Cosa succede, quindi, quando ciclicamente si dimagrisce, poi ci si ringrassa e poi ci si mette di nuovo a dieta e così via?

Succede che i muscoli ogni volta si ridurranno di un po’ e che il loro posto sarà preso dal nuovo grasso. In particolare, il “nuovo” grasso tenderà ad accumularsi a livello viscerale, intorno al punto vita, che secondo l’evidenza medica è quello più correlato col rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione o diabete (secondo un lavoro dell’American Heart Association, nelle donne perdere e riprendere 5 chili nel giro di un anno è in grado di aumentare il rischio di malattie cardiache). E una volta riacquistato il peso, la composizione corporea sarà cambiata rispetto alla situazione pre-dieta: ci sarà più grasso e meno muscolo. Siccome il dispendio energetico, ossia le calorie che si bruciano durante il giorno, viene influenzato dalla massa magra, la beffa sarà che avendo meno muscoli diventerà neces­sario mangiare meno di prima per non spostare l’ago della bilancia verso destra. È perciò evidente che sarebbe meglio non dimagrire piuttosto che fare continui saliscendi sulla bilancia: almeno si salverebbe la massa magra e non si ridurrebbe il metabolismo.

Mangiare il giusto e muoversi di più

Insomma, se abbiamo fatto già mille diete, più del grasso dovremmo preoccuparci dei nostri muscoli messi a rischio dalle oscillazioni del peso. Iniziando, al posto di una dieta, un vero programma – ciascuno secondo le proprie possibilità – basato su un’attività fisica costante, affiancandole degli esercizi utili per ricostruire la muscolatura perduta. E i risultati sul peso verranno da soli con il tempo.

Lo stesso discorso del fare o meno la dieta vale anche se abbiamo solo un leggerissimo aumento di peso: talvolta basta incrementare l’attività fisica per aumentare il dispendio energetico quel tanto che basta per dimagrire in modo naturale. E questa volta senza intaccare i muscoli, anzi. Insomma, in certi casi, prima di ridurre le entrate – ossia il cibo – meglio aumentare le uscite, ossia fare più movimento. Che per altro ha un mare di effetti collaterali positivi sulla qualità della vita e sulla salute. E che è anche un fantastico modo per risolvere la fame nervosa…

Stress e dieta non vanno d’accordo

Una domanda che bisognerebbe farsi prima di intraprendere qualsiasi piano dietetico è chiedersi il perché si è ingrassati. Magari si sono prese delle nuove abitudini alimentari scorrette, come mangiare tanto la sera, fare troppi aperitivi e così via. Ma oltre a queste possibili cause c’è un aspetto importante che non bisogna trascurare, ossia quello psicologico. Perché sappiamo tutti quanto l’atto del mangiare eserciti una funzione gratificante, rassicurante e compensatoria delle difficoltà che la vita quotidianamente ci presenta. Perciò, può essere davvero molto utile capire di quale quale umore ci sentivamo ieri sera a cena, quando, sebbene non più affamati, siamo rimasti seduti a tavola continuando a spiluccare. In teoria, quando di notte o durante il giorno andiamo alla ricerca di cibo dovremmo domandarci: sono davvero affamata/o? E se la risposta è “no” bisognerebbe smettere di usare il meccanismo di “riempirsi la pancia” per compensare eventuali frustrazioni, senso di vuoto o anche noia, ma cercare di affrontare questi stati di animo in altri modi. La stessa ricerca scientifica ha mostrato che lo stress modifica le nostre risposte difronte al cibo (vedi questo post a proposito). Insomma, approfondire il legame affettivo con il cibo è il primo passo per affrontare in modo duraturo ed efficace i problemi di linea. Non è la dieta dimagrante lo strumento utile per affrontare un rapporto un po’ disturbato con il cibo, anzi, talvolta può peggiorare la situazione. Perché lo stress non va via insieme ai chili…  Perciò sarebbe meglio adottare qualche strategia utile per contenerlo, magari affrontando le questioni che lo fanno nascere (e oltre a un’indagine psicologica, affiancare l’attività fisica comunque può aiutare).

Non sempre è utile condividere

In conclusione, il rapporto con il cibo è complesso e coinvolge tanti tratti del nostro carattere, del nostro modo di essere. Ma lo stesso rapporto complesso lo abbiamo anche con il nostro peso. Perciò, il consiglio quando si decide di occuparsi della triade “cibo-dieta-peso” è quello di tenerselo per sé e condividere le nuove scelte alimentari o di vita con le persone con le quali si ha maggiore intimità e che meritano fiducia. Oltre a eventuali figure professionali, si intende. Evitando di “dare in pasto” a colleghi e conoscenti le nostre scelte dietetiche, che diventeranno per loro un argomento di conversazione ma per noi un’intrusione nella sfera intima che può disturbare anche profondamente. Ovviamente dipende dal carattere di ciascuno, comunque prima di parlarne in pubblico pensarci su un momento prima di proseguire non è un cattivo consiglio…

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